"Un viaggio che mi ha lasciato una intensa emozione e una forte speranza che queste popolazioni e sopratutto i più piccoli, i bambini, possano trovare molto presto, la serenità che meritano!"
Incontrare i bambini fuggiti dalla guerra in Siria presso alcuni centri dove UNICEF garantisce assistenza piscologica, istruzione e attività ricreative: questo l'obiettivo della missione compiuta l'11 e il 12 dicembre da Roberto Mancini che dal dicembre 2014 è “Goodwill Ambassador” di UNICEF Italia.
Accompagnato dal direttore di UNICEF Italia Paolo Rozera, il Mister ha visitato il campo per rifugiati di Za’atari, in Giordania. Con una popolazione di circa 80.000 persone, Za’atari è il più grande campo di rifugiati siriani al mondo. UNICEF e i suoi partner stanno garantendo aiuti salva-vita attraverso vaccini, medicine, acqua pulita, servizi igienico sanitari e possibilità per i bambini e giovani di riprendere a ricevere un’istruzione per il loro futuro.
IL DIARIO DI VIAGGIO
Roberto Mancini ha voluto fermare pensieri e immagini delle giornate trascorse in Giordania affidandoli ad un diario di viaggio.
GIORNO 1 - Con i miei i figli Andrea e Filippo siamo partiti insieme alla delegazione dell’UNICEF alla volta della Giordania per visitare Za’atari Camp che ospita i rifugiati siriani.
GIORNO 2 - Di prima mattina abbiamo incontrato l'UNICEF Giordania e siamo partiti per Za'atari. Abbiamo raggiunto la missione UNICEF dove ci siamo riuniti per un briefing tenuto dai responsabili del campo. A seguire, abbiamo incontrato le autorità giordane e partecipato alla presentazione delle attività del campo e delle organizzazioni umanitarie operative.
Ore 9,30 - Abbiamo fatto visita al centro Makani UNICEF maschile, incontrato gli insegnanti e raccolto testimonianze di quanto sia importante garantire l'istruzione per il futuro dei bambini. La vera sfida dell’UNICEF è convincere tutte le famiglie presenti nel campo a far frequentare le scuole ai loro figli.
A seguire mi sono "cimentato" insieme ad Andrea e Filippo in una partita di calcio con i bambini del luogo. Trenta minuti di match finito ai rigori: è stato bello vedere la grande partecipazioni di quei bambini che avevano tanta voglia di mostrare quanto fossero bravi a a dribblare e calciare il pallone!
Ore 11.30 - Abbiamo visitato il nuovo centro di pompaggio dell'acqua potabile gestito dall'UNICEF in grado di soddisfare dopo anni il fabbisogno del campo. Avere l’acqua potabile è stata una delle grandi sfide vinte dall’UNICEF, una grande soddisfazione: per questo ho voluto ringraziare personalmente tutti i lavoratori per il grande sforzo e le opere realizzate!
Ore 14.00 - Abbamo visitato il centro Makani UNICEF femminile dove ho incontrato le bambine del campo impegnate a studiare. In questo centro l’UNICEF infatti granatisce lo studio e soprattutto cerca di combattere il triste fenomeno dei matrimoni precoci combinati dalle famiglie.
Dopo la visita al centro, ho rimesso gli scaprini per un'altra partita di calcio: sono stato prodigo di consigli per tutti e ho provato a far divertire la platea con qualche colpo di tacco... non ho dimentato come si fanno!
Ore 15,30 - Uno dei momenti più emozionanti della missione: sono stato invitato da una famiglia del campo nella loro casa per conoscere la storia di Louai, 16 anni, giovane calciatore selezionato insieme a 20 bambini di Za'atari per fare uno stage in una squadra di calcio in Qatar. Nella loro umile dimora costruita in lamiera, la mamma di Louai mi ha raccontato come per loro il calcio, oltre allo studio, rappresenti un'occasione per il futuro dei figli. La loro famiglia è fuggita dalla Siria e oggi non ancora del tutto riunita.
Ore 16.00 - Abbiamo fatto ritorno alla base UNICEF del Campo da dove siamo ripartiti per Amman lasciando questi luoghi con una grande emozione, una intensa commozione, ma anche una forte speranza che queste popolazioni e sopratutto i più piccoli, i bambini, i più indifesi, possano trovare molto presto, la serenità che meritano!